Garante Privacy: Stop alla divulgazione dei motivi di assenza dei lavoratori
Una svolta nella tutela dei dati: Il provvedimento n. 363 del 23 giugno 2025 fissa nuovi confini per la gestione delle informazioni personali in azienda, nel rispetto dei diritti dei dipendenti e delle responsabilità delle imprese.
Il Garante della Privacy, con il Provvedimento n. 363 del 23 giugno 2025, ha sancito un'importante decisione in materia di tutela dei dati personali dei lavoratori, focalizzandosi in particolare sulle informazioni relative alle assenze dal posto di lavoro.
Il divieto di divulgare i motivi dell'assenza
Il cuore del provvedimento risiede nel divieto imposto alle aziende di divulgare, in maniera illecita, i motivi delle assenze dei dipendenti, inclusi i dati di natura sanitaria.
Il Garante ha infatti sanzionato una società che aveva diffuso tali informazioni tramite metodi non consentiti, come l'affissione di tabelle o l'invio di email aziendali.
Questo comportamento è stato ritenuto in violazione dei principi del GDPR, in particolare del principio di minimizzazione dei dati, secondo cui si devono trattare solo le informazioni strettamente necessarie.
Dati sensibili e il rapporto di lavoro
La decisione sottolinea ancora una volta la delicatezza dei dati sanitari e la necessità di trattarli con la massima cautela.
Tali informazioni sono considerate "categorie particolari di dati personali" dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR), e il loro trattamento è consentito solo in presenza di un'esplicita base giuridica e per finalità specifiche.
Il Garante ha chiarito che la gestione delle assenze non giustifica la divulgazione dei motivi a colleghi o a terzi non autorizzati, poiché queste informazioni non sono necessarie per la programmazione dei turni o per la gestione ordinaria del personale.
Le implicazioni per le aziende e i lavoratori
Il provvedimento funge da monito per tutte le aziende, ricordando che la tutela della privacy dei dipendenti non è un'opzione, ma un obbligo legale. Le imprese devono adottare misure tecniche e organizzative adeguate per garantire che i dati personali, in particolare quelli sensibili, siano trattati in modo lecito, corretto e trasparente.
Per i lavoratori, la decisione rappresenta una conferma importante dei loro diritti, rafforzando la protezione contro la diffusione non autorizzata di informazioni intime e delicate.
In sintesi, il Garante continua a vigilare attentamente sulla corretta applicazione del GDPR nel contesto lavorativo, ribadendo un concetto fondamentale: la privacy dei dipendenti è un diritto da tutelare con la massima serietà.
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